STITICHEZZA

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La stitichezza o stipsi è un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà di svuotare in tutto o in parte l’intestino espellendone le feci.
La stitichezza non è da considerarsi una vera e propria malattia, ma una condizione fisiopatologica secondaria ad altri problemi, spesso intestinali, e che tende a presentarsi anche con altri sintomi, tra cui gonfiore addominale, feci dure e tensione pelvica.
Parliamo di stitichezza vera e propria sotto le 3 evacuazioni settimanali.
Si tratta di un disturbo piuttosto comune che può riguardare sia le persone adulte, sia i bambini anche se più frequentemente a soffrirne sono le donne, questo perché rispetto agli uomini abbiamo un intestino più lungo di circa 30 cm e perché siamo soggette a fluttuazione ormonali, in alcuni casi anche molto importanti.
Con la menopausa la situazione può peggiorare per via della diminuzione del livello degli estrogeni. In alcuni casi proprio per questo motivo la stitichezza può presentarsi per la prima volta.
In media, si dovrebbe evacuare una volta al giorno senza dolore o sforzo. La gravità della stitichezza varia da persona a persona. Alcuni individui soffrono di stipsi solo per un breve periodo, mentre per altri la stitichezza può essere una condizione permanente (cronica).

I sintomi della stitichezza sono molteplici e variano spesso da persona a persona, così come diverse possono essere le cause d’origine: patologie ano-rettali, malattie nervose, farmaci e patologie funzionali che colpiscono l’intestino, etc. Con i nuovi studi sull’asse microbiota- intestino-cervello oggi più che mai abbiamo le prove sulla relazione tra stress e problematiche intestinali.

In assenza di una malattia specifica, si parla di stitichezza cronica idiopatica che può essere legata alle stile di vita.

Il nostro stile di vita contribuisce pesantemente all’insorgenza della stitichezza a causa di:

  • un’alimentazione errata caratterizzata dallo scarso consumo di cibi integrali ricchi di fibre, eccessivo consumo di carne e zuccheri semplici raffinati, mancato consumo di frutta e verdura e un ridotto apporto di acqua;
  • una sempre crescente sedentarietà;
  • abitudini nocive, come la soppressione o posposizione volontaria dello stimolo alla defecazione;
  • ritmi di vita sempre più frenetici che aumentano tutte le sintomatologie legato all’attivazione della reazione da stress;
  • pavimento pelvico non competente, ipotono o ipertono.

Da un punto di vista fisiologico, dobbiamo ricordare che il nostro intestino è uno dei principali organi emuntori, cioè, dedicati a liberare il corpo dalle tossine. Un transito intestinale rallentato permette alle sostanze di scarto di rimanere più a lungo a contatto con le mucose intestinali aumentando i fattori di rischio per le patologie al colon e al retto e favorendo uno stato di tossiemia (che si identifica con l’aumento degli scarti metabolici nel sangue e nei tessuti determinando una riduzione dell’energia vitale) ritenuta dagli igienisti la causa primaria delle malattie fisiologiche.

Dobbiamo ricordarci sempre che la risposta immunitaria e la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina (molecola che regola il tono dell’umore) parte dall’intestino , perciò, risulta di primaria importanza prendersene cura con rispetto e gentilezza.

Perché parlo di rispetto e gentilezza riferendomi all’intestino? Semplice perché la maggior parte delle persone che soffrono di stitichezza ricorrono all’uso di lassativi irritativi prodotti che non rispettano proprio per niente la nostra parete intestinale in quanto per farla lavorare la irritano!

Ho parlato di lassativi irritanti, ma in realtà ne esistono 4 classi.

  1. Lassativi da contatto o per irritazione. Agiscono sulle cellule della parete intestinale aumentando le contrazioni e la peristalsi, favorendo così l’avanzamento della massa fecale lungo l’intestino.
    Possono essere a base di: Cascara, Senna, Frangula, Rabarbaro, Aloe. I principi attivi responsabili di tale azione sono i glicosidi antrachinonici. Questi lassativi dovrebbero essere assunti solo al bisogno e per massimo 10 giorni. Tra gli effetti collaterali riportati vi sono crampi e dolori addominali.
  2. Lassativi formanti massa. Sono generalmente fibre insolubili che aumentano la massa fecale favorendo il transito intestinale stimolando la peristalsi per distensione meccanica.
    Qualche esempio può essere dato da Semi di Psillo, Agar-Agar, Crusca. Possono causare distensione addominale e flatulenza.
  3. Lassativi emollienti. Come dice la parola stessa, si tratta di sostanze in grado di rendere il materiale fecale meno duro, facilitandone così il transito e l’espulsione. I più comuni sono gli Olii (di ricino, di mandorle, ecc.) , la malva, l’altea, l’opuntia.
  4. Lassativi osmotici. Trattengono, per osmosi, un elevato volume di liquidi, accelerando in questo modo il transito del contenuto attraverso l’intestino tenue perché danno alle feci una consistenza semisolida.
    Si tratta di Sali di magnesio, Lattulosio, Mannite e Sorbitolo. Le problematiche più comuni sono: meteorismo e alterazioni elettrolitiche (soprattutto i Sali).

Rispetto a queste quattro categorie quella a presentare più problemi è la prima classe, cioè i lassativi che funzionano per irritazione tramite la presenza degli antrachinoni.
Gli antrachinoni sono dei composti chimici presenti in numerose piante, tra cui la Senna, il Rabarbaro, la Cascara, la Frangula e l’Aloe Vera.
Questi esercitano la loro azione in due modi:
Irritando le cellule della muscolatura liscia intestinale
Stimolando il rilascio di cloruro da parte delle pareti intestinali cui segue per osmosi un flusso di acqua e sodio che si va ad accumulare nel lume intestinale.

Sono meccanici, cioè una volta assunti non sarà il vostro intestino a funzionare naturalmente e in autonomia ma saranno loro a mettere in moto la peristalsi.

Per peristalsi si intende la contrazione ordinata e coordinata della muscolatura liscia capace di determinare un movimento ondoso che consente alle sostanze contenute nell’intestino di procedere in un determinato senso.
Detto questo possiamo stabilire che l’effetto finale dell’assunzione di antrachinoni sarà l’aumento di contrazioni della muscolatura intestinale e peristalsi per irritazione, portando alla riduzione del tempo di transito e un aumento del volume delle feci.
MAGGIORE MOVIMENTO DELL’INTESTINO = AUMENTO DEL VOLUME E DELLA FLUIDITA’ DELLE FECI
L’effetto lassativo si presenta dopo circa 6/8 ore dall’assunzione.
I rimedi che contengono antrachinoni presentano vari problemi: mentre dosi ridotte agiscono soprattutto sulla motilità, dosi più elevate agiscono soprattutto sulle secrezioni elettrolitiche, con effetti deleteri in caso di utilizzo cronico per l’insorgenza di abituazione ed eccessiva perdita di elettroliti. Vi ricordo che gli elettroliti sono dei minerali presenti nel sangue, nello specifico sodio, potassio, cloruro e bicarbonato.
Poi un altro problema sta nel fatto che l’utilizzo di dosi elevate di lassativi porta allo svuotamento quasi completo del colon con la naturale mancanza di stimolo nella giornata successiva (o anche nei due giorni successivi) spingendo i pazienti a riutilizzare il lassativo, magari a dosi più elevati con perpetuazione del circolo vizioso fintanto che l’intestino diventa insensibile e smette di funzionare.
Chi frequenta la Bottega sa che noi tendiamo a dare di rado lassativi antrachinonici proprio perché una delle regole primarie della fitoterapia è che l’uso prolungato di stimolanti comporta una perdita di tono del tessuto stimolato andando coì ad aggravare il problema di base.
Un’altra problematica legata all’uso degli antrachinoni è la MELANOSI DEL COLON o pseudomelanosi del colon, una condizione benigna, caratterizzata dalla comparsa di sfumature brunastre, più o meno intense, sulla mucosa colica.
Non è più ritenuta precancerosa, anche se – soprattutto in passato – è stata più volte messa in relazione con un aumentato rischio di sviluppare un carcinoma colo-rettale.
Le tipiche sfumature brunastre della mucosa colica iniziano a formarsi dopo circa quattro mesi di assunzione continuata di tali presidi.
La melanosi del colon è reversibile, a patto che venga sospeso l’utilizzo dei lassativi antrachinonici e si adotti un diverso approccio al problema della stitichezza.

Volevo fare due chiacchere con voi anche sull’ALOE VERA perché spesso mi sento dire “… la mia vicina fa lo sciroppo di aloe fatto in casa e mi fa andare in bagno che è una meraviglia” …. Ricordo che vicina fa rima con cugina! Scherzi a parte andiamo ad approfondire la faccenda.
L’Aloe Vera è una pianta ricca di benefici per la salute ed il benessere del nostro corpo. Non a caso si tratta di un rimedio naturale molto utilizzato per il trattamento di numerosi disturbi. Sia sotto forma di succo che, per uso esterno in gel e prodotti cosmetici di vario tipo.
Il succo di Aloe, in particolare, è adoperato principalmente per depurare l’organismo da tossine, ma anche per migliorare il funzionamento dell’apparato digerente.
Ciò che da la funzione lassativa all’aloe è l’ALOINA. L’aloina altro non è che un antrachinone, ovvero un derivato dell’idrossiantracene (HDA), una molecola situata tra la parte corticale esterna della foglia (cuticola) e il gel trasparente interno. L’aloina è stata messa sotto inchiesta per la sua possibile pericolosità e dal 2021 la Commissione Europea ne ha vietato la commercializzazione perché ritenuta dannosa per il Dna e cancerogena.
Attenzione, l’aloe in succo ancora lo trattiamo in erboristeria ed è anche utilissimo per lo stomaco, ma viene ottenuto decorticando in maniera corretta le singole foglie e lavorando poi solo il gel interno puro privato degli antrachinoni.
Quindi niente sciroppo di aloe casalingo!

Fino ad adesso vi ho parlato di cosa è meglio non assumere con regolarità…. Ma tranquille esiste anche qualcosa da assumere in grosse quantità.
Parlo degli emollienti intestinali, prodotti a base di mucillagini che nello stesso tempo favoriscono la peristalsi sfiammando e decongestionano le mucose facendo in modo che il nostro intestino riesca a trattenere acqua ammorbidendo in questo modo le feci.
Le due piante che ci aiutano di più sono Malva e Altea, dove si utilizzeranno foglie e fiori della prima e la radice della seconda.
Grazie al loro alto contenuto di mucillagini riescono ad incrementare la quantità della massa fecale, ammorbidendone il contenuto e facilitando così la peristalsi. Al contempo saranno molto utile anche in caso di reflusso gastro esofageo e catarro fermo.

Vi do il via libera anche all’assunzione della MANNA.
La manna è un essudato zuccherino estratto dalla linfa che fuoriesce dalle ferite del tronco del frassino, un albero che cresce moltissimo nel sud dell’Italia.
Anche qui mi sento di precisare che bisogna sempre verificare la provenienza della mamma perché in molti integratori presenti sul mercato è di origine sintetica.
La manna viene considerata un lassativo osmotico perché va a richiamare acqua nel lume intestinale come lo fa per esempio il CARBONATO DI MAGNESIO.
Facciamo chiarezza anche sul magnesio.

Il magnesio è un minerale ormai molto conosciuto e assunto da tante persone.
Il suo contributo alla salute è enorme, infatti è coinvolto in una ampia gamma di funzioni biochimiche che permettono al nostro organismo di lavorare correttamente, interviene nella contrazione muscolare, nel buon funzionamento del sistema nervoso, dell’apparato digerente e cardiaco, dell’equilibrio idrosalino e nella produzione dell’energia cellulare.
Magnesio è un nome generico perché esistono più tipi di magnesio, ogni tipo di magnesio ha una sua funzione specifica e un suo grado di biodisponibilità.
I tipi di magnesio che aiutano di più a combattere la stipsi sono il carbonato di magnesio, il magnesio citrato (in Italia si trova con il marchio registrato Magnesio Supremo o il magnesio ossido ( magnesia). Questi rientrano, come la manna, tra i lassativi osmotici: richiamando acqua all’interno dell’intestino ammorbidisce le feci e ne aumenta la massa in modo tale da facilitare la defecazione.
Nelle persone che non soffrono di stipsi severa l’eccesso di magnesio può portare alla diarrea.
Questo può accadere perché il magnesio non assorbito completamente dall’intestino viene trattenuto nella parte inferiore del tratto gastrointestinale, attirando l’acqua verso di sé.
L’aumento del contenuto di acqua nelle feci può portare a una maggiore fluidità delle feci e, di conseguenza, alla diarrea.
Ecco perché la diarrea causata dal magnesio è spesso considerata un effetto collaterale comune dell’assunzione di integratori di magnesio ad alte dosi.

Altra cosa che consiglio di integrare quotidianamente è la FIBRA.
Considerando un paradigma ideale di valori nutrizionali non dovrebbe esserci il bisogno di apportarla sotto forma di integratori in quando si dovrebbe già assumere il fabbisogno giornaliero necessario al buon funzionamento dell’intestino, che per gli adulti è di circa 25 grammi, tramite l’alimentazione.
La realtà spesso è diversa perché la fibra principalmente noi la ingeriamo tramite frutta e verdura e questi per tutte le problematiche legate all’agricoltura intensiva, al depauperamento del suolo e al fatto che spesso questi alimenti restano giorni nelle celle frigorifere prima di venire consumati purtroppo non riescono a darci tutti i valori nutrizionali che idealmente ci dovrebbero dare.
La fibra è un insieme di sostanze organiche appartenenti prevalentemente alla famiglia dei carboidrati, quasi esclusivamente di origine vegetale, che l’apparato digerente a mezzo dei suoi enzimi digestivi non è in grado di scomporre, digerire e assorbire arrivando così inalterate al colon.
In base alla loro solubilità in acqua si dividono in fibre solubili e insolubili.

Le FIBRE SOLUBILI come dice il nome si dissolvono in acqua, sono in grado di ammorbidire le feci perché una volta sciolte formano una sostanza vischiosa e gelatinosa estremamente idratante, come per esempio fa lo Psillio
Poi abbiamo le FIBRE INSOLUBILI, cioè le fibre che non si sciolgono in acqua, ma che al contrario attirano acqua nel lume intestinale aumentando così il volume delle feci.
Ecco perché sono considerati lassativi formanti massa: “Quale secondo voi è la fibra migliore per stimolare la peristalsi?”
In generale verrebbe da rispondere fibra insolubile in base all’equazione feci più grandi= evacuazione più semplice.
In realtà gli ultimi studi dimostrano che è più corretto rispondere fibre solubili in quanto la fibra insolubile a lungo andare potrebbe peggiorare la costipazione a causa di un eventuale volume troppo eccessivo delle feci che andrebbe ad ostacolare il transito intestinale, ecco per esempio una spiegazione sul perché si formano i fecalomi.
Un dato fondamentale da tenere in considerazione, ascoltate bene dico fondamentale, è stare sempre molto attenti ad annegare le fibre nell’acqua!
Questo perché la fibra andando ad agire sull’equilibrio idrico dell’intestino se dopo il suo arrivo nel colon non trova una bella quantità d’acqua si auto risolverà il problema andando a cercarla in quella fisiologicamente presente nel lume intestinale andando così a disidratare ulteriormente le feci peggiorando la stipsi.
Le nostre amate fibre hanno anche altri 2 vantaggi:
Hanno un’AZIONE PREBIOTICA, cioè, sono capaci di dare nutrimento ai batteri buoni presenti nell’intestino alleviando la disbiosi sicuramente presente in caso di stipsi
– Poi, so già che sarete tutte molto felici, hanno un OTTIMO POTERE SAZIANTE perché è in grado di rallentare il passaggio del cibo nel tubo digerente, andando al contempo a limitare
l’assorbimento di carboidrati e grassi lavorando così anche sui livelli di colesterolo e glicemia.

Perciò concludendo il nostro discorso:
niente antrachinoni
bere almeno 2 litri di acqua al giorno
manna e altea a volontà, utili in tisana per aumentare il consumo di liquidi
saggia integrazione di fibre

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